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Il Panbruttone

16426021_10210962146863932_6353631480467493168_nAvete presente quando non potete mangiare nè glutine, nè latticini e tutti vi scherzano e tutti si burlano e voi non sapete più che cavolo mangiare?
Ecco, in onore di chi come me ha questo annoso problema, ho creato una semplicissima ricetta per un dolce #glutenfree e #milkfree
La forma è quella del pandolce genovese a me tanto caro, il contenuto ora ve lo racconto…
Let’s start!

INGREDIENTI
120 g di farina di castagne
100 g di farina di riso
50 g di zucchero mascobado (se non lo avete usate lo zucchero di canna ma il sapore sarà diverso)
3 cucchiai di olio extra vergine di oliva o di olio di cocco
3 uova
90 g tra: pinoli, finocchietto, zenzero candito, uvetta, prugne secche (o altri canditi/frutta secca che vi piacciono di più)
Latte vegetale (io uso quello di mandorla o di riso) quanto basta

Accendete il forno a 180 gradi.
Prendete le uova e sbattetele in una terrina. Aggiungete lo zucchero, le farine, l’olio ed un pochino di latte vegetale, fino a creare un impasto nè troppo solido, nè troppo liquido. Aggiungete il mix di canditi e girate.
Prendete una teglia piccola, rotonda e copritela con della carta da forno.
Rovesciate al suo interno l’impasto, dando una forma circolare (vedi foto).
Mettete in forno e fate cuocere per circa 25 minuti (controllate che sia cotto con lo stuzzicadenti).
Ricordate la dose di amore necessaria ed il gioco è fatto!

Si accompagna bene alle tisane, ricoperto anche di miele o di marmellata.
Buon appetito!
ila

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Schiacciarelle di lenticchie

Ve lo dico subito: dovevano essere polpette. Ma dopo attenta riflessione ed esperienza diretta, posso affermare che non ci frega niente della forma, basta che siano buone (e fatte con aMMMore come sempre). Quindi sono nate le SCHIACCIARELLE (evviva evviva!).

INGREDIENTI per 2:
100 g di lenticchie esiccate
3 piccole patate viola (o una grossa patata normale)
olio
una fetta di pane da mettere in ammollo in un cucchiaio di latte (o acqua)
sale qb
pan grattato qb
prezzemolo
uno spicchio d’aglio

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(nella foto ci sono anche una fetta di pane e degli involtini di verza ripiena 🙂 )

PREPARAZIONE
Fate rinvenire le lenticchie in acqua salata bollente. Quando sono quasi pronte inserite anche le patate preventivamente pelate e tagliate a fettine.
Prendete la fetta di pane e lasciatela in ammollo con un cucchiaino di latte o acqua (se il latte lo avete finito a colazione o se non potete berlo).
Quando le lenticchie e le patate sono pronte scolatele, preparate un soffritto con olio e aglio e saltate le lenticchie. Aggiungete il prezzemolo.
Prendete il tutto e frullatelo.
Aggiungete un cucchiaio di pan grattato ed il pane ammollato.
Frullate again.
Accendete il forno a 180 gradi, prendete una teglia e copritela con la carta da forno.
Poi ricoprite la carta da forno con un po’ di pan grattato.
Siccome il composto di lenticchie risulterà appiccicoso come un cane affamato, vi consiglio di usare un cucchiaio per dare la forma-informe alle nostre belle schiacciarelle.
Calcolate quindi la quantità di un cucchiaio pieno, per ogni schiacciarella.
Prendete le schiacciarelle e ponetele delicatamente sulla teglia. Una volta fatto, cospargetele di pan grattato.
Infornate per una ventina di minuti.
Una volta pronte e sfornate, fatele saltare nella padella del soffritto per qualche minuto.
Il giuoco è fatto.

CONSIGLIO:
Vi suggerisco di preparare anche una salsina da accompagnare alle schiacciarelle, che come potete immaginare risulteranno un poco asciutte.
Potreste ad esempio farne una con yogurt bianco (non dolce) e senape.

NB: Ricordate di non far mancare una dose d’amore. Le lenticchie vi amano 🙂
Buona pappa!

Ila

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Cos’è che hai? Fibromialgia, questa sconosciuta

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Spessissimo mi sento chiedere “come mai hai sempre mal di testa? Perchè non esci di più? Come mai soffri così il caldo? Ma perchè stai sempre male?
La risposta a tutte queste domande, e molte altre, è: FIBROMIALGIA.
Per chi non sapesse cos’è, cerco di spiegarlo in due parole: una gran rottura di palle.
Viene catalogata tra le patologie reumatologiche, ma (e qui rispondo ad una delle domande che mi sento fare più frequentemente) ancora non hanno ben capito nemmeno i medici come funziona. Pare ci sia uno squilibrio della serotonina. Ogni tanto escono nuove teorie, quindi mi limiterò a parlarvi dei sintomi e della mia esperienza.
Ci tengo a sottolineare che NON è una patologia psicosomatica.

I sintomi principali sono: stanchezza cronica, dolore cronico, disturbi del sonno.
Arrivano poi (non a tutte le persone allo stesso modo): rigidità muscolare, mal di testa o dolore al volto, acufeni, disturbi della sensibilità (in particolare formicolii), disturbi gastrointestinali, disturbi urinari, dismenorrea, vaginismo, alterazioni della temperatura corporea, alterazioni dell’equilibrio, tachicardia, disturbi cognitivi (difficoltà a concentrarsi) crampi, allergie a medicine e agli alimenti, ansia, depressione e attacchi di panico.

[Per chi volesse capire nello specifico, rimando alla fine della pagina in cui ho condiviso una buona spiegazione tratta dal sito Fibromialgya.it]

Esistono poi tanti altri sintomi minori che vanno dalla secchezza della pelle a distubri vari del sistema neurovegetativo, ma non sto qui ad elencarveli tutti.

Fatta questa doverosa premessa, ora vi dico come “si vive” e ci “si sente” ad avere questa patologia.
Da schifo.
Potrei anche fermarmi qui, ma oggi voglio spingermi oltre (e poi non ne parlerò più) e vi dirò tutto ma proprio tutto.
Voglio raccontarvi una mia giornata “tipo”. [Ci tengo a sottolineare che ogni paziente vive la FM in maniera diversa. Questa è la MIA esperienza].

Mi sveglio la mattina (se sono riuscita a dormire) con dolori sparsi ovunque, la pancia gonfia e (a volte) il mal di testa (cefalea o emicrania, scegliete voi).
Mi alzo e mi faccio ua doccia bollente per dare un po’ di relax ai muscoli (che di notte non si sono rilassati a causa della cosiddetta “anomalia alfa-delta”, cioè l’assenza di sonno profondo che è quello che li fa rilssare), faccio colazione e prego che quello che ho scelto di mangiare non aumenti il mio mal di pancia.
Dopo aver fatto passare (se passa) il mal di testa con qualche medicina (gli antidolorifici non sortiscono effetti sui pazienti fibromialgici, quindi si ricorre ad altro), tento di lavorare un po’ al computer.
Tengo posizioni improbabili per sentire meno dolore, ma dopo un tot di tempo la schiena fa male in maniera estenuante e spesso comincia l’emicrania.
In tutto ciò la capacità di concentrazione è passata da un 100% di 15 anni fa, al 40%.
Ne consegue che fare un lavoro di concetto diventi sempre più difficile, stressante e frustrante e che i tempi per concluderlo si allunghino sempre più.
Il mal di testa ormai è troppo, la mente è stanca, il corpo urla vendetta.
Che fai?
Una passeggiata? A me personalmente fa peggiorare il mal di schiena. Se è inverno e fa freddo, i muscoli si irrigidiscono ancora di più, quindi conviene stare in casa.
Se è estate, stare al sole fa dilatare le vene del cervello e…chettelodicoaffare? Di nuovo emicrania.
Allora mi sdraio. Non riesco ovviamente a leggere. Posso solo guardare un film o guardare il soffitto.
Dopo qualche ora mi sento meglio e decido di uscire con un’amica: andiamo a cena fuori.
Le chiacchiere sono piacevolissime ma stancano il cervello, stare seduta per tanto tempo nella stessa posizione mi fa male alla schiena. Ci raggiungono degli amici che non mi conoscono e cominciano con le domande:
perchè non bevi alcolici? ma perchè non mangi questo o quello? Andiamo a fare un giro/ballare/concerto?

Io provo, come sempre, a spiegare che l’alcool mi fa venire mal di testa, che determinati cibi (nel tempo l’elenco si è allungato) mi danno problemi di diverso tipo e che, essendo già stata in giro con l’amica, non me la sento di uscire e fare altro.
Ed ecco che partono le occhiatacce di biasimo o i commenti del tipo “a me sembra che stai bene – non te la menare – quante palle – dai vedrai che se esci ti passa tutto – e la più gettonata: ma va che non hai niente, è tutto nella tua testa“.
A quel punto la voglia di prendere una spranga e ammazzare qualcuno si fa molto forte.
Ho imparato che le persone NON SI RENDONO CONTO (e manco gliene frega, in molti casi) di come mi sento dentro, e lascio correre.
Torno a casa (sempre prima) e mi sdraio, pregando di addormentarmi, ma i dolori sono talmente forti che non ci riesco.
Quando finalmente accade, basta un rumore per svegliarmi e a quel punto riprendere sonno diventa un’impresa immane.

Ovviamente non è così tutti i giorni. Ce ne sono di migliori, dove il dolore è minore (non ho avuto un giorno SENZA DOLORE da almeno 10 anni), dove il mal di testa non compare, dove la colite è silente.
Ma ce ne sono di peggiori, dove tutti i sintomi vengono a rotazione. In quelle giornate vorresti solo sparire.

Ma mettiamo che sei in giro e cominci a stare male. Sei con qualcuno e sei costretto a rovinare la serata anche alla persona che sta con te. In certe situazioni non sai nemmeno come tornare a casa.
A volte mi è capitato di dovermi fermare con l’auto perchè sapevo di stare guidando ma allo stesso tempo non sapevo cosa stessi facendo e dove stessi andando. Altre volte non puoi dire di no, ormai sei in ballo, e se stai male non sai dove sbattere la testa.

E la cosa PEGGIORE di soffrire di FM non è L’INSIEME DEI SINTOMI: è il NON SENTIRSI CAPITI. Il venir giudicati se non facciamo questo o quello, se non mangiamo questo o quello, se siamo stanchi, se ci fa male tutto, se perdiamo il filo del discorso, se non ci ricordiamo le cose, se i viaggi sono troppo per noi, se il caldo umido ci fa sentire male a livelli atomici, il tutto contornato dall’occhiataccia (lo dico a costo di venire fraintesa) del tipo “SI MA MICA MUORI! NON HAI UN TUMORE”.

Non vi ho parlato poi degli anni passati a girare da uno specialista all’altro, sentendomi dare della pazza. Non capivano cosa avessi ed il risultato era che iniziavo a sentirmi davvero malata di mente. E vi assicuro che questo è un calvario che passano in molti. Dopo almeno 10 anni di esami e tubi infilati ovunque, lastre e TAC, ad un fisiatra è venuta l’illuminazione: fibromialgia.
Allora parte l’infinita serie di visite da reumatologi o neurologi, che ti bombardano di cure allucinanti (sono finita persino al pronto soccorso a causa di una di queste), nessuna risolutiva.
Già perchè (e rispondo all’ennesima domanda) non esiste UNA CURA UNIVOCA. Ce ne sono tante ma nessuna vera e propria.
Io le ho provate tutte, TUTTE, di tutte le scuole (occidentali e orientali). Medicine, fitoterapia e via discorrendo.
A distanza di tanti anni posso dire che sto iniziando a stare un pochino meglio seguendo un percorso di METAMEDICINA MA NON C’è UNA PILLOLETTA CHE SI PRENDE E PASSA TUTTO.

Ho deciso di scrivere questo post dopo anni di domande ricevute in proposito.
Di mio sono una persona positiva e confido che troverò il modo di guarire.
Ma nell’intanto, e credo di parlare a nome di tutti i fibromialgici, venire riconosciuti come malati (in Italia non esiste come malattia ma solo come sindrome), essere capiti e non giudicati, ci sarà molto d’aiuto.
Il fatto di “non morire” a causa della Fibromialgia non può far classificare la FM come un problema da poco.

Per chi volesse saperne di più, qui sotto incollo i sintomi ed il link ad uno dei vari siti esistenti sull’argomento.

ila

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DUE INFORMAZIONI SULLA FM
I SINTOMI
Oltre ai due sintomi principali, dolore e stanchezza, molte altre manifestazioni cliniche possono far parte del quadro della FM: la varia associazione di tali multiformi sintomi può in parte spiegare le difficoltà nel diagnosticare tale malattia. Di seguito vengono elencati i sintomi più spesso riferiti dai pazienti.

Rigidità:
sensazione di rigidità generalizzata oppure localizzata al dorso o a livello lombare, soprattutto al risveglio, ma anche se si resta per qualche tempo fermi nella stessa posizione (seduti o in piedi).

Disturbi del sonno:
più che difficoltà ad addormentarsi si tratta di frequenti risvegli notturni e sonno non ristoratore. Viene considerata specifica della FM la cosiddetta “anomalia alfa-delta”: non appena viene raggiunto il sonno “profondo” (caratterizzato da onde delta all’elettroencefalogramma) si ha un brusco ritorno verso il sonno “superficiale” (caratterizzato da onde alfa). La mancanza di sonno profondo, fase nella quale i muscoli si rilassano e recuperano la stanchezza accumulata durante il giorno, spiega molti dei sintomi della FM (stanchezza persistente, risvegli notturni, sonno non ristoratore).

Mal di testa o dolore al volto:
il mal di testa si caratterizza come cefalea nucale, temporale o sovraorbitaria oppure emicrania, molto spesso ad andamento cronico (cioè il paziente riferisce di soffrire di mal di testa da sempre). Frequentemente i pazienti con FM presentano dolore a livello mascellare o mandibolare e in questi casi la sintomatologia viene confusa con una artrosi o una disfunzione della articolazione temporo-mandibolare. Tale diagnosi, soprattutto in pazienti giovani, deve fare sospettare una FM.

Acufeni:
fischi o vibrazioni all’interno delle orecchie. Possono essere originati da spasmi dei muscoli tensivi del timpano.

Disturbi della sensibilità:
in particolare formicolii, diffusi a tutto il corpo oppure limitati ad un emisoma (cioè la metà destra o la metà sinistra del corpo) o ai soli arti. Inoltre diminuzione della sensibilità, senso di intorpidimento o di “addormentamento” con la stessa distribuzione.

Disturbi gastrointestinali:
difficoltà digestive, acidità gastrica, dolori addominali spesso in relazione ai cambiamenti climatici o a fattori stressanti, e quindi classificate come “gastrite da stress”. Nel 60% dei pazienti con FM si associa una sindrome del colon irritabile (la cosiddetta “colite spastica”): alternanza di stipsi e diarrea con dolori addominali e meteorismo.

Disturbi urinari:
caratteristica della FM è una aumentata frequenza dello stimolo ad urinare o una vera e propria urgenza minzionale in assenza di infezione delle urine. Più raramente si può sviluppare una condizione cronica con dolore a livello vescicale, definita “cistite interstiziale”.

Dismenorrea:
molte delle dismenorree di notevole entità e scarsamente responsive alla terapia sono giustificate da una FM non diagnosticata. Anche il vaginismo (dolore durante il rapporto sessuale) è caratteristico della FM.

Alterazioni della temperatura corporea:
alcuni pazienti riferiscono sensazioni anomale (non condivise dalle altre persone che stanno intorno a loro) di freddo o caldo intenso diffuso a tutto il corpo o agli arti. Non è rara una eccessiva sensibilità al freddo delle mani e dei piedi, con cambiamento di colore delle dita che possono diventare inizialmente pallide e quindi scure, cianotiche: tale condizione è nota come fenomeno di Raynaud.

Alterazioni dell’equilibrio:
senso di instabiltà, di sbandamento, vere e proprie vertigini spesso ad andamento cronico e che vengono erroneamente imputate all’artrosi cervicale o a problemi dell’orecchio. Poiché la FM coinvolge anche i muscoli oculari e pupillari i pazienti possono presentare nausea e visione sfuocata quando leggono o guidano l’automobile.

Tachicardia:
episodi di tachicardia con cardiopalmo che portano spesso i pazienti con FM al Pronto Soccorso per paura di una malattia cardiaca, soprattutto se si associa dolore nella regione sternale (costocondralgia), molto frequente nella FM.

Disturbi cognitivi:
difficoltà a concentrarsi sul lavoro o nello studio, “testa confusa”, perdita di memoria a breve termine (in inglese tali manifestazioni vengono definite “fibro-fog”, cioè annebbiamento fibromialgico).

Sintomi a carico degli arti inferiori:
sono rappresentati più spesso da crampi e meno frequentemente da movimenti incontrollati delle gambe che si manifestano soprattutto di notte (“Restless leg Syndrome” o “Sindrome delle gambe senza riposo”).

Allergie:
una buona parte dei pazienti fibromialgici riferisce ipersensibilità a numerosi farmaci, allergie alimentari di vario tipo, allergie stagionali. Pur essendo queste manifestazioni comuni nella popolazione generale, in un sottogruppo di pazienti affetti da FM le allergie sono molteplici e rappresentano un aspetto preminente della malattia tale da impedire la normale alimentazione, lo svolgimento della attività lavorativa, ecc. In questi casi viene a configurarsi il quadro della cosiddetta “Multiple Chemical Sensitivity Sindrome”, o Sindrome delle Intolleranze Chimiche Multiple nella quale i pazienti risultano ipersensibili a moltissime sostanze, dai farmaci ai cibi a sostanze chimiche di vario tipo, con gravi limitazioni nella vita quotidiana.

Ansia e depressione:
molti pazienti affetti da FM riferiscono manifestazioni ansiose (a volte con attacchi di panico) e/o depressive. Questa associazione ha fatto sì che in passato la FM venisse considerata come un processo di somatizzazione in soggetti ansiosi o depressi, e purtroppo ancora oggi molti medici sono legati a questa ormai superata definizione. I numerosi studi sul rapporto tra ansia/depressione e FM hanno dimostrato inequivocabilmente che la FM non è una malattia psicosomatica e che gli eventuali sintomi depressivi o ansiosi sono un effetto piuttosto che una causa della malattia. Una reazione depressiva è infatti comune a tutte le malattie che comportano un dolore cronico, come ad esempio la artrite reumatoide o l’artrosi.
Fonte – http://www.fibromyalgia.it/fibromialgia_quali_sono_i_sintomi.htm

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Si possono provare tristezza e gratitudine contemporaneamente?

Poco fa sono uscita con Indie, il mio cane, per il giro mattutino. Un caldo assurdo a farci compagnia, nonostante le 9 del mattino.
Mentre tornavamo a casa, nel giardino condominiale, ho sentito uno sbattere d’ali ed ho visto un uccello sdraiato per terra che si dimenava. Non vedevo la testa, sembrava scomparsa nella terra.
Ho legato Indie a distanza di sicurezza e sono andata a vedere l’uccellino.
Si contorceva, sembrava avere il collo spezzato per come lo teneva, e metà del corpo pareva paralizzata.
Mi guardava, mi è parso, con disperazione.
Si capiva che non c’era più nulla da fare e per un attimo mi ha assalito il panico “non posso lasciarlo soffrire così, ma cosa potrei fare?”.
L’ho preso con delicatezza e messo all’ombra, poi mi sono seduta vicino a lui ed ho cominciato ad accarezzarlo. Non sapevo che altro fare.
Piano, piano gli spasmi che gli percorrevano tutto il corpo hanno cominciato a diminuire fino a sparire. Ho continuato ad accarezzarlo fino a che si è rilassato completamente e poi leggero, ha fatto un respiro e via…
Per essere certa che fosse morto ho provato a sentire il battito del cuore con un dito, domandandomi, tra l’altro, “dove hanno il cuore gli uccelli?”.
Era morto, con gli occhi aperti come nei film, e come nei film mi è venuto di chiuderglieli, solo che non ci sono riuscita.
Non me la sono sentita di lasciarlo lì in mezzo al giardino, in balia dei gatti, così l’ho portato al sicuro e più tardi lo seppellirò.
Era morbido e ancora caldo… con le piume di tante sfumature di grigio, il becco socchiuso, gli occhi sbarrati e improvvisamente vuoti.
Mentre tornavo in casa con le lacrime che mi rigavano il viso, mi sono ritrovata a provare tristezza per la sua sofferenza e gratitudine per essere stata lì in quel momento, per non averlo lasciato morire da solo.
Sembrerà un’assurdità, ma ho davvero percepito il suo “conforto” nel vedermi arrivare e stare lì con lui.
L’Universo ci sa regalare esperienze forti ed inaspettate, che celano sempre lezioni importanti per il nostro percorso.
E sì, si può essere tristi e grati allo stesso tempo.
E auguro a tutti di poter provare questo mix di emozioni prima o poi.

ila

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A me piace il Natale

Si chiama “Free Christmas 2013″ la compilation natalizia digitale lanciata dal sito musicale Mescalina.
Tra i 51 artisti partecipanti siamo stati arruolati anche noi. Ci avevano detto di scegliere un brano natalizio e dopo diversi ascolti abbiamo scelto “White Christmas“, quella che tutti conosciamo cantata da Bing Crosby.
Quella è una canzone che ho sempre amato, come amo molto il Natale in generale: ricordo i Natali da bambina, quando mio padre metteva il vinile di canzoni natalizie sul giradischi. Un leggero fruscio e poi la voce calda di Bing Crosby ad abbracciarmi.

E così ci siamo lanciati in questa impresa che ci ha molto divertiti: una versione afro/hawaiiana di White Christmas, rinominata per l’occasione “WHITE happy CHRISTMAS
Su Mescalina potete ascoltarla e scaricarla liberamente, insieme alle altre 50 canzoni.
Basta cliccare qui
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In barba al maltempo, la crisi, i malesseri e tutto il resto, qualche giorno fa con Teo Marchese abbiamo deciso di realizzare un videino della suddetta canzone, per augurare Buon Natale a tutti, in tutto il mondo, e sempre alla nostra maniera.
Eccolo! BUON NATALE E TANTI SORRISI A TUTTI!

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Love kitchen: Penne alla pippoppero

Dopo una discreta assenza dai fornelli e dal blog, torno con una ricettina semplice e salutare.
Lo ammetto, il nome è tremendo, ma mi è venuto spontaneo e quindi chissene, ce lo teniamo così.
Ecco quindi a voi le Penne alla pippoppero. 🙂
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INGREDIENTI PER DUE

160 GR DI PENNE INTEGRALI
50 GR DI FAGIOLINI BIANCHI (CORNETTI)
1 CONFEZIONE DI PANNA DI SOIA
PASSATA DI POMODORO (3 CUCCHIAI ABBONDANTI)
CIPOLLA
AGLIO
1 CUCCHIAINO DI CURCUMA
PEPE

PREPARAZIONE

Devo fare subito una premessa: se i fagiolini sono molto buoni (assaggiateli crudi) li possiamo usare così come sono e buttarli in padella crudi, altrimenti scottateli.
Fatto ciò, prendete una padella antiaderente grande e fate un bel soffritto di olio extra vergine, 2 spicchi d’aglio e un po’ di cipolla (io ho usato quella rossa).
Inserite un cucchiaino di curcuma e fatelo ben sciogliere nell’olio.

A questo punto potete inserire i fagiolini precedentemente tagliati a pezzetti. Fateli saltare.
Aggiungete mezza confezione di panna di soia e mescolate; poi aggiungete anche 3 cucchiai di salsa di pomodoro (io uso rigorosamente la Mutti).

Nel frattempo avrete messo l’acqua della pasta a bollire.
Quando la pasta sarà pronta, scolatela e poi incorporatela nella padella con il vostro sughetto e fatela saltare.
Impiattate e spolverate con il pepe macinato.
Il piatto è pronto.

Mi raccomando di non dimenticare la solita dose di inmancabile amore!
Love
ila

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Love kitchen: Penne alla rustica

Ciao a tutti!
L’estate sta finendo (come cantavano i Righeira) e questo tempo plumbeo domenicale mi ha ispirato uan ricetta sfiziosa e particolare. Non è una ricetta semplice e veloce, ma nemmeno troppo complicata. Diciamo che ci sono molti passaggi ma se vi organizzate bene non risulterà poi troppo difficile.
Si tratta di penne integrali condite con un sughetto di gorgonzola e bietole, guarnite con cipolle caramellate, pomodorini e una spruzzata di pepe.
Innanzi tutto cominciamo con gli ingredienti, rigorosamente per due persone.

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INGREDIENTI X 2 PERSONE

160 GR DI PASTA INTEGRALE
QUALCHE POMODORINO (PACHINO O CILIEGINO)
1 BIETOLA
MEZZO DADO VEGETALE
GORGONZOLA (IO HO USATO CIRCA 1/3 DI GORGONZOLA GIM)
CIPOLLA
OLIO
ACETO
ZUCCHERO
SALE
UNO SPICCHIO D’AGLIO
SALSA DI SENAPE (SOLO SE VI PIACE)

PREPARAZIONE
La preparazione di questo piatto è suddivisa in diverse parti da seguire rigorosamente in questo ordine:

Prendete una cipolla, tagliatela a metà e dalla parte centrale affettatene 4 fettine. Prendete una padella, riempitela di olio, un cucchiaino di zucchero e mettetela a cuocere. Inserite le cipolle e cuocete a fuoco lento fino a che non diventano marroncine chiare (circa 20/30 minuti).

Mentre le cipolle si cuociono, lavate le bietole e tagliatele a pezzettini, lasciando la parte verde della foglia in pezzi più larghi e il gambo in cubetti. Preparate una casseruola con acqua salata e mettetele a cuocere finchè i gambi non risulteranno croccanti ma già morbidi.

Dopo aver messo a cuocere le bietole, preparate l’acqua salata per la pasta e mettetela a cuocere.

Prendete i pomodorini e tagliateli a pezzettini piccoli.

Quando le bietole sono pronte, scolatele SENZA buttare l’acqua di cottura.
Prendete una padella capiente, fate un leggero soffritto con molto olio e uno spicchio d’aglio. Inserite il dado vegetale e scioglietelo con un po’ di acqua di cottura. Inserite le bietole e fatele rosolare. A quel punto incorporate il gorgonzola (io ho usato il GIM perchè è molto liquido e quindi si scioglie meglio) e versateci sopra un mestolo di acqua di cottura delle bietole. Mescolate.
Ripetete l’operazione in modo che rimanga sempre un po’ di sughino nella padella. Se vi piace, aggiungete una punta di salsa di senape e continuate a mescolare.

Scolate la pasta che nel frattempo si sarà cotta e incorporatela nella padella con le bietole. Fate saltare le penne sempre facendo in modo che non si asciughino, aggiungendo eventualmente altra acqua di cottura.

Tornate dalle amiche cipolle che nel frattempo si saranno caramellate a puntino e bagnatele appena con aceto. Spegnete dopo un minuto e scolate le cipolle.

Impiattate le penne, copritele con diverse stricioline di cipolla, poi aggiungete i pomodorini ed una spruzzata di pepe.
Ricordatevi l’amore necessario per la cottura, ed il gioco è fatto!
Buon appetito e molto LOVE!

Ila